Quando siamo indecisi su un regalo da fare ad un nostro amico, negli ultimi anni la soluzione migliore è stata quella di affidarsi ad un “cofanetto” prepagato Smartbox.
Nelle ultime settimane però le principali agenzie di stampa hanno evidenziato una serie di anomalie fiscali imputabili alla società francese.
Smartbox, che opera in Italia per conto di una azienda partner irlandese, è al centro di una indagine da parte della guardia di Finanza, che avrebbe rilevato una serie di irregolarità fiscali.
Si parla in pratica di circa 100 milioni di redditi non dichiarati nel corso degli anni che vanno dal 2009 al 2013; come se non bastasse, l’indagine riguarda anche 12 milioni di IVA non versata dalla società alle casse del fisco italiano.
Le Fiamme Gialle del Secondo nucleo operativo del gruppo Milanese hanno iniziato le operazioni nel periodo di Agosto, mettendo sotto controllo i documenti presenti presso la sede milanese e quella romana della società.
Le verifiche della Guardia di finanza riguardano in particolare i rapporti fra la società Smartbox & Co, e la casa madre irlandese Smartbox Experience Ltd. La partner italiana dovrebbe infatti limitarsi a gestire la fornitura di alcuni servizi accessori, mentre il grosso dell’attività dovrebbe restare a carico della società irlandese. Le forze dell’ordine invece hanno evidenziato la totale autonomia nella gestione di vendita da parte della Smartbox & Co sul territorio italiano, la quale si rivolge alla “casa madre” irlandese soltanto per le operazioni di pagamento delle tasse, che vengono quindi versate alle casse irlandesi, godendo di condizioni ovviamente più favorevoli rispetto all’Italia.
In rete il tam tam è stato immediato ed è partita anche una petizione per chiedere all’Agenzia dell’Entrate di verificare e sanzionare immediatamente l’azienda.
Rivolgendo la petizione all’attenzione di Presidente del Consiglio, Ministero dell’Economia e Agenzia delle Entrate, i promotori dell’iniziativa si pongono l’obiettivo di raccogliere 100.000 firme per fare in modo che gli enti preposti tutelino tutti i cittadini italiani, chiedendo a Smartbox di restituire i soldi, di punire la società che sta compiendo azioni evidentemente illegali; inoltre attraverso questo maxi-recupero (più di 120 milioni di euro), i firmatari ritengono possibile abbassare la pressione fiscale che grava su ogni singolo cittadino italiano.
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