Petra, una delle 7 meraviglie del mondo moderno

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Petra, in greco roccia, è un sito archeologico dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1985, e nel 2007 la svizzera “New Open World Corporation” (NOWC) la dichiarò come, ricalcando l’elenco canonico delle sette meraviglie del mondo (risalente al III sec. a.C.), una delle 7 meraviglie del mondo moderno.

La città ed il complesso si trovano in Giordania a 250 km, verso sud, della capitale Amman, in un bacino compreso tra le montagne ad est del Wadi Araba (la valle fluviale che si estenda per 166 km dal Mar Morto fino al Golfo di Aqaba).

Prima città endomita, divenne poi la capitale, la perla d’ingegneria, dei Nabatei. Sotto i quali divenne snodo carovaniero cruciale per le rotte commerciali della seta e delle spezie, grazie alle quali Cina, India e Arabia del Sud poterono entrare in contatto con Egitto, Siria, Grecia e Roma. Proprio i Romani, sotto Traiano ed ingolositi dalle sue ricchezze, la annetterono nel 106 d.C. Tuttavia, i conquistatori preferivano le rotte egiziane ed i disastri naturali erano frequenti, tanto che Petra lentamente declinò, anche in seguito all’avanzata dei musulmani: nell’VIII secolo si era ridotta a poco più di un villaggio e l’Occidente dal XIV secolo la dimenticò.

Fu l’esploratore svizzero Johann Ludwig Burckhardt nel 1812 a riscoprirla. L’esploratore, per convincere la sua guida, finse di essere un arabo proveniente dall’India, desideroso di offrire un sacrificio sulla tomba del profeta Aronne.

Anche nel 2011 si raggiunge Petra a piedi, a cavallo od in cammello, attraverso l’ingresso orientale, nell’antichità quello canovaniero. Ma non è un ingresso qualsiasi: una lunga, buia e profonda gola tra le rocce, un canyon lungo circa 1,5 km e profondo 200 metri, chiamata al-Siq, Siq o Sik.

Alla fine del Siq si arriva allo spiazzo dove c’è il monumento più famoso di Petra, Al-Khazneh al-Pharaun od il Tesoro del Faraone, la cui facciata, di chiara influenza greco-romana, è profondamente incisa nella roccia, rossa con striature che vanno dal verde al nero. Una curiosità: Al-Khazneh divenne molto famoso grazie al film del 1989 Indiana Jones e l’Ultima Crociata, dove era l’ingresso per raggiungere il Santo Graal nelle sequenze finali.

Proseguendo (la città ed il sito sono enormi, 4/5 giorni non potrebbero bastare per visitarli), possiamo ammirare il Teatro, costruito dai Nabatei oltre 2000 anni fa. Capienza originaria 3.000 persone, distribuite su 45 file. I romani la portarono ad 8.000 spettatori. Nel 363 venne danneggiato da un terremoto, ed alcune sue parti vennero utilizzate per ricostruire case e chiese.

E poi Quasr al-Bint, unico edificio ancora in piedi e principale luogo di culto della città. Fu eretto dai Nabatei, per le loro divinità, attorno al 30 a.C., riconvertito poi al culto degli imperatori romani. In origine il tempio era alto 23 metri e aveva scalinate di marmo, imponenti colonne con capitelli decorati con motivi floreali.

Da non perdere anche Al-Deir, il Monastero. Anche se non sarà facile dal punto di vista fisico: per visitarlo bisogna salire una scalinata di 800 gradini scavati nella roccia! L’edificio si trova infatti sulle colline sopra i musei ed è molto simile al Palazzo del Tesoro, ma molto più grande, 50 metri di larghezza per 45 di altezza. Costruito dai Nabatei tra il II ed il I secolo a.C., il monastero deve il suo nome al fatto che nei suoi ambienti interni sono state ritrovate diverse croci scolpite, durante il periodo bizantino. Il cortile davanti al monastero era circondato da colonne e veniva utilizzato per le cerimonie sacre.

All’interno del sito vi sono due eccellenti musei: il Museo archeologico di Petra e il Museo nabateo di Petra. Entrambi ospitano i reperti degli scavi effettuati nella regione di Petra e ne raccontano il passato suggestivo. Ma c’è molto da vedere e da fare, come partecipare alle visite Petra by Night dopo il tramonto. Illuminata da 1.800 candele, vi trasporterà in un’altra dimensione! Potrete attraversare il Siq fino Al-Khazneh seguendo un percorso illuminato dalle candele ed al suono della musica ammaliatrice dei Beduini del Tesoro. Ah, e i momenti migliori per fare fotografie sono l’alba ed il tramonto, dove le rocce rosse prendono dei colori sorprendenti!

Publicato: 2011-12-02Da: Redazione

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